Protagonisti Progetto di Rete Lazio

Progetto di Rete Lazio

Amatrice Terra Viva

Tutto inizia nel 2017 nel Lazio, in un’area che coinvolge i comuni di Amatrice e Accumoli. Nel primo periodo post terremoto, alcuni imprenditori locali iniziano a sviluppare un piano di rilancio per le attività agricole colpite dal sisma, concentrandosi sulla coltivazione di grani antichi secondo una filiera biologica capace di valorizzare la cultura cerealicola del posto.

Nasce quindi l’Associazione Amatrice Terra Viva, che oggi comprende 14 realtà, una parte delle quali ha sviluppato, nell’ambito di ReStartApp®, un progetto di rete.

Da qui prende vita una nuova impresa sociale, dove le aziende agricole sono tutte in possesso della certificazione di produzione biologica e operano nel settore agro-silvo-pastorale, cercando di custodire e preservare il territorio e il tessuto sociale del comprensorio di Amatrice.

Un accordo vincente

Oggi l’impresa sociale lavora insieme a ReStartApp® per strutturare e consolidare ulteriormente la rete.

Costituita come progetto di collaborazione tra agricoltori, di fatto gli unici imprenditori che non hanno abbandonato il territorio e le proprie attività, l’impresa si basa sul concetto di ottimizzazione delle risorse e condivisione dei processi produttivi.

Il fine è quello di creare una filiera dove le aziende collaborino alla trasformazione e al confezionamento dei prodotti, allo stoccaggio, alla promozione e alla commercializzazione sotto il marchio unitario Amatrice Terra Viva.

Visioni per il futuro

Ulteriore obiettivo è quello di creare un’etichetta che sia riconoscibile e garantisca la qualità, la provenienza e la correttezza dei processi produttivi della merce. In quest’ottica, la rete si occuperà anche del coordinamento delle attività, delle decisioni strategiche e della programmazione della produzione, rendendo di fatto interdipendenti, ma anche più forti a livello produttivo e sul mercato, le singole imprese. Amatrice Terra viva si propone inoltre di creare un vero e proprio “biodistretto”, così da garantire e tutelare al meglio la produzione biologica del posto.

Un progetto ambizioso, che potrebbe avere importanti ricadute sul territorio: dalla rivitalizzazione dell’agricoltura alla creazione di nuovi posti di lavoro in ambito agro-artigianale, fino alla crescita di una nuova cultura di impresa e di comunità, che valorizzi gli antichi saperi e le tradizioni locali.

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