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Dai sensori ambientali per monitorare lo stato di salute degli allevamenti al “borgo diffuso organizzato”, passando per il vivaio agro-forestale e l’osteria itinerante: ecco i progetti dei 14 giovani aspiranti imprenditori in Appennino, all’insegna di innovazione e sostenibilità.

Il 14 settembre ha preso il via a Fabriano (AN) l’edizione 2020 di ReStartApp, il Campus residenziale di incubazione e accelerazione per giovani imprese del territorio appenninico italiano, promosso e realizzato da Fondazione Edoardo Garrone con Fondazione Aristide Merloni.

Progetti di accoglienza turistica per riscoprire l’Appennino più autentico – dalla cascina che propone attività outdoor in Val Borbera al glamping nelle Marche, dalla cooperativa di comunità per la rigenerazione di un piccolo comune nell’entroterra riminese al “social business” per l’accoglienza dei pellegrini lungo il Cammino degli Dei, fino al progetto di Borgo Diffuso Organizzato da sviluppare in borghi e frazioni del territorio fabrianese – ma anche piattaforme reali e virtuali per mettere in rete operatori turistici ed enogastronomici di territori ricchi di eccellenze come quello umbro e opportunità di fruizione di un turismo verde e accessibile anche ai disabili. E poi tanta innovazione, nei prodotti e nei processi: dalla startup che usa software basati su sensori ambientali per monitorare attività e stato di salute del bestiame alla sperimentazione di tecniche per generare valore aggiunto nella filiera del legno, recuperando gli scarti ad uso medico, farmaceutico, nutraceutico e industriale, fino a un nuovo metodo per la produzione di propoli di altissima qualità. E c’è anche chi vuole realizzare un vivaio agro-forestale con annessi centro didattico e parco avventura ai piedi del Gran Sasso, valorizzare la filiera del Marrone di Arcinazzo Romano oppure avviare un’osteria itinerante nei borghi molisani.

Sono queste le idee di impresa presentate dai 14 giovani partecipanti al Campus, selezionati tra 100 candidati da tutta Italia. 7 ragazze e 7 ragazzi, di età compresa tra i 25 e i 38 anni, provenienti da 11 regioni diverse, l’80% dei quali laureati e con un unico obiettivo: avviare un’attività imprenditoriale per valorizzare, promuovere e sviluppare il territorio appenninico italiano e le sue risorse, in chiave innovativa e sostenibile.

La composizione dell’aula di quest’anno, così come le 100 candidature pervenute in risposta alla nostra call for ideas, ci dà un segnale molto importante, che va oltre la semplice constatazione di una tendenza crescente, da parte dei giovani, di ritorno alla dimensione territoriale – commenta Francesca Campora, direttore generale di Fondazione Edoardo Garrone. – La qualità e la formulazione dei progetti dimostrano, infatti, che i ragazzi che oggi vogliono fare impresa nelle aree interne del nostro Paese sono pienamente consapevoli dei potenziali di crescita e innovazione nei diversi settori, delle competenze e delle risorse necessarie, delle opportunità nel fare rete e sistema con altri soggetti attivi del territorio e dell’impatto che le loro attività possono esercitare in senso più ampio su tutte le dimensioni della vita comunitaria. È così che dall’osservatorio dei nostri Campus, a partire dal 2014, siamo testimoni di un reale e significativo cambiamento che supportiamo con una formazione capace di essere concreto fattore abilitante”.

Se si salva l’Appennino, si salva l’Italia, spina dorsale del nostro Paese. È questo in sintesi l’obiettivo che la Fondazione Merloni ha assunto in questi anni con azioni concrete finalizzate al rilancio delle aree interne montane – dichiara Gian Mario Spacca, vicepresidente di Fondazione Aristide Merloni. – La strategia è valorizzare le energie vitali ancora presenti sul territorio, con particolare attenzione all’imprenditorialità. Il Campus nazionale che prende oggi il via da Fabriano è una tappa significativa di questo percorso.  Progetti coraggiosi animati da un forte spirito imprenditoriale saranno pian piano costruiti fino a divenire nuove imprese che daranno più speranza alla rinascita dell’Appennino italiano“.

LA FORMULA DEL CAMPUS

 Dal 14 settembre al 26 novembre – con una pausa dal 17 al 25 ottobre – per 10 settimane i giovani parteciperanno a un programma formativo, ricco e articolato, tra didattica frontale, laboratorio di creazione d’impresa, esperienze, testimonianze, casi di successo e un viaggio-studio. La formula residenziale offre inoltre ai partecipanti un’esperienza di socialità e di confronto con il territorio e la comunità locale. Un team qualificato di docenti, esperti e professionisti dei principali settori dell’economia della montagna, li affiancherà nell’approfondimento e nello sviluppo dei propri progetti imprenditoriali. Il tutto in sicurezza, nel pieno rispetto delle normative e dei protocolli anti Covid-19.

Per agevolare la realizzazione dei tre migliori progetti, Fondazione Edoardo Garrone metterà a disposizione tre premi per un valore complessivo di 60.000 euro. Ulteriori incentivi sono previsti grazie al contributo dei partner. Ai progetti ritenuti particolarmente meritevoli sarà infine dedicato  un tutoraggio gratuito post Campus in settori centrali per l’avvio delle imprese.

ReStartApp 2020 è ideato e promosso da Fondazione Edoardo Garrone – impegnata dal 2014 in un’opera di rivitalizzazione della montagna rafforzando le capacità imprenditoriali e progettuali dei giovani – che ha trovato in Fondazione Aristide Merloni un partner che condivide visione, valori e impegno a favore dello sviluppo economico e sociale dell’Appennino.

A validare la formula, una crescente rete di partner, quali Fondazione Symbola, Legambiente, UNCEM, Alleanza Mobilità Dolce, Club Alpino Italiano (CAI), Fondazione CIMA, Banca popolare Etica, Open Fiber, Tiscali, Federbim, Federforeste e PEFC Italia.

Continua così il percorso degli incubatori ReStartApp e ReStartAlp, che con 8 Campus hanno affiancato oltre 110 aspiranti imprenditori della montagna e hanno contribuito all’effettivo avvio di circa 40 imprese dall’Appennino alle Alpi.

 

Le idee d’impresa

CASCINA DELLE SIGNORE

Camilla Alfieri, 35 anni, Genova

Cascina delle Signore è un luogo che unisce alla ricettività turistica una serie di servizi di fruizione outdoor delle Valli Borbera e Spinti. Ai classici servizi di soggiorno si affianca, dunque, una proposta di noleggio di attrezzatura sportiva, in collaborazione con attività già presenti sul territorio, con possibilità di un servizio di accompagnamento svolto da personale qualificato per ripercorrere percorsi storici del ciclismo (tratto Milano-San Remo, tratto Giro dell’Appennino, Strade di Fausto e Serse Coppi), scoprire il percorso escursionistico legato ai Villaggi Fantasma (Val Borbera e Spinti presentano la più alta concentrazione in Piemonte) e scoprire percorsi di mountain bike e bici da strada adatti a tutti i livelli. Grazie alla realizzazione di una piattaforma online, sarà possibile scegliere, ancor prima di partire, tipologie di soggiorni variabili a seconda del grado di coinvolgimento, di preparazione e di intensità, per godere appieno di quanto la Cascina e i suoi dintorni abbiano da offrire.

 

SESSANTAPASSI. L’OSTERIA IN VIAGGIO.

Alessandra Capocefalo, 38 anni, Campobasso

Sessantapassi è un’osteria itinerante: un food truck organizzato con una cucina essenziale ma funzionale, che si sposterà periodicamente nei vari borghi dell’appennino molisano. Oltre all’offerta di ristorazione tipica e tradizionale, il progetto prevede l’organizzazione di workshop didattici ed esperienziali – cooking class e degustazioni curate dalle signore del posto insieme allo chef dell’osteria, visite del borgo e di siti di interesse, laboratori artigianali, visite in aziende del settore agroalimentare – per apprendere direttamente dagli abitanti dei borghi le tradizioni culinarie ed enogastronomiche locali. In ogni tappa si prevede il coinvolgimento del comune e delle associazioni locali, per elaborare il menù dell’osteria utilizzando ingredienti provenienti da produttori del territorio e organizzare le attività esperienziali. Le cene saranno preferibilmente all’aperto, nelle piazze e nei vicoli dei borghi, in un’atmosfera informale e autentica. Saranno presenti le signore che avranno donato le ricette e i produttori dai quali saranno stati acquistati gli ingredienti così da dare spazio a momenti conviviali e di comunità per un format innovativo di socialità.

 

APPennini FOR ALL

Mirko Cipollone, 38 anni, Avezzano (AQ)

Il progetto APPennini for all nasce dall’acclarata carenza di informazioni relative alla possibilità di turismo verde per disabili, sia a livello locale che nazionale.

Attraverso l’avviamento di un tour operator verranno creati pacchetti tagliati su misura alle esigenze degli utenti. A partire dall’identificazione dell’area appenninica interessata, il progetto prevede la ricerca e la catalogazione di strutture, comunità, percorsi e personale idoneo a lavorare con i disabili, la stipula di accordi e intese con gli attori locali (strutture ricettive, enti e istituzioni e guide) e la creazione di un vero e proprio marchio APPennini for all da assegnare agli aderenti alla rete.

 Grazie alla riconoscibilità ottenuta, nel medio-lungo termine, sarà possibile aumentare il bacino di player attivando nuovi accordi e nuovi progetti di accessibilità.

APPennini for all intende diffondere il concetto di accessibilità non limitandosi ad offrire un servizio per le persone con disabilità ma creando opportunità per tutti gli attori collegati, diventando così un fattore inclusivo e non esclusivo.  

 

RADICA

Mattia De Horatis, 29 anni, Arcinazzo Romano (RM)

Il progetto Radica prevede la realizzazione di un laboratorio per la trasformazione e commercializzazione del marrone. Attraverso la cooperazione tra i produttori, la sostenibilità ambientale e il recupero etico e mirato del castagneto sito in Arcinazzo Romano, Radica vuole sviluppare adeguatamente la filiera del marrone innescando un processo di guadagno e di evoluzione per i produttori da un lato, dall’altro incidere sulla valorizzazione di un prodotto d’eccellenza che diventi il simbolo di un territorio tutto.

 

REGROWTH

Pierfrancesco Di Giuseppe, 31 anni, Teramo

Regrowth è una start up innovativa sviluppata da due soci: Pierfrancesco (imprenditore agricolo, studente di ingegneria ambientale) e Michael (Israeliano, dottorando in veterinaria). Regrowth si prefigge l’obiettivo di favorire un’agricoltura decentralizzata, ad alto rendimento e a basso impatto ambientale, supportata dalle nuove tecnologie e da un ecosistema di prodotti, tecniche e servizi accomunati dai concetti di sostenibilità e scalabilità. L’idea di Regrowth è quella di sviluppare un ecosistema modulare di prodotti software basati su sensori ambientali allo scopo di monitorare l’attività del bestiame e verificarne lo stato di salute. Si tratta di favorire l’introduzione dell’Agricoltura 4.0 (agricoltura di precisione) nel settore delle piccole imprese agricole dedite all’allevamento, permettendo così l’intensificazione sostenibile della produzione propria, l’ottimizzazione dei costi e un miglioramento del benessere animale. Attualmente la soluzione è in fase di prototipazione: i soci hanno già presentato domanda di brevetto e stanno sperimentando il prototipo.

 

WOOD FOR FUTURE

Giovanni Forte, 26 anni, Viggianello (PZ)

Wood for future è un progetto d’impresa che intende generare valore aggiunto in una filiera, quella del legno, attualmente non in grado di valorizzare al 100% la materia prima. La soluzione immaginata da Wood for future prevede un processo di estrazione di metaboliti secondari da chips di legno, prima che siano destinati a pellet o a combustione. Da qui si otterranno così molecole bioattive e dalle proprietà anti ossidanti per il settore nutraceutico, farmaceutico e alimentare. Il progetto è in fase di sperimentazione, con il contributo di un team di professori universitari di scienze ambientali, forestali e farmaceutiche. Il prototipo potrà essere realizzato in partnership con aziende locali della filiera forestale che hanno già dichiarato interesse per l’iniziativa. 

 

ANALOGIC TOUR

Luisa Maccari, 37 anni, Fabriano (AN)

Ideato da due socie, Luisa e Teodora, Analogic Tour è un progetto che intende coniugare il modello dell’ospitalità diffusa (o albergo diffuso) con quello dell’house sharing, in un’ottica di cooperativa di comunità. L’idea progettuale sarà sviluppata in borghi e frazioni del territorio fabrianese. L’idea intende mettere a valore le molte case presenti e, per gran parte dell’anno, disabitate, mettendole a sistema attraverso un modello di business che generi economia per i proprietari stessi, la comunità residente e, appunto, le due socie. Partendo dall’esempio di Borgo Diffuso, si intende creare un “Borgo Diffuso Organizzato”: un sistema che permetta di organizzare soggiorni a tema, comprendenti attività e servizi programmati e gestiti. Gli ospiti potranno soggiornare in abitazioni separate ma con luoghi comuni di incontro che stimolino l’interazione. All’interno della proposta saranno previste escursioni alla scoperta del territorio, workshop per valorizzare le eccellenze manifatturiere, artigiane, agricole ed alimentari locali, esperienze outdoor e didattiche.

 

RIFUGI SOLIDALI APPENNINICI

Lilith Meier, 30 anni, Torino

La rete di strutture ricettive Rifugi Solidali Appenninici vuole essere un punto di riferimento per i bisogni ricettivi di escursionisti e cicloturisti dell’Appennino Bolognese, lungo la Via degli Dei. L’attività ricettiva si svolgerà all’interno di spazi sociali, attivi e dinamici, che sostengono la conoscenza e l’integrazione dell’autismo e della disabilità, favorendo l’interazione e la condivisione di spazi ed esperienze tra autistici e neurotipici attraverso eventi appositi, esperienziali e divulgativi, in un reale contesto lavorativo, affiancati da educatori professionisti.  Struttura pilota della rete – la prima a nascere cronologicamente e a fungere da modello per i successivi rifugi – è casa Sant’Anna, una cascina situata a Pontecchio Marconi nella quale da due anni l’associazione Mangialafoglia, in collaborazione con Angsa Bologna, porta avanti attività rivolte ad adolescenti e adulti affetti da disturbo dello spettro autistico.

 

WILD WILD WOOL – FREEDOM IS A STATE OF MIND

Benedetta Morucci, 33 anni, Scorzé (VE)

L’impresa si propone di valorizzare e comunicare le proprietà tecniche e benefiche della lana proveniente da allevamenti biologici certificati del territorio montano abruzzese, tramite la realizzazione di prodotti artigianali o semi artigianali di qualità dedicati alla vita all’aria aperta e all’attività sportiva (campeggio, escursionismo, yoga).Tali prodotti saranno realizzati studiando le proprietà intrinseche della lana che è per sua natura igroscopica, coibente, antibatterica, traspirante e naturale, partendo però dalle lavorazioni tradizionali abruzzesi come il panno pastore e la tarantina. Il progetto si fonda sulla volontà di ridare vita, in chiave moderna e innovativa, ad una tradizione tessile diversamente destinata ad estinguersi. La lana potrà essere a sua volta combinata con altre fibre tessili naturali e biologiche la cui presenza porti ad un effettivo miglioramento delle prestazioni del prodotto finito. Particolare attenzione sarà posta affinché le materie prime siano di provenienza nazionale, al fine di ottenere dei prodotti realmente made in Italy fin dalla materia prima. Per favorire la sensibilizzazione e la conoscenza dei materiali, saranno proposti anche laboratori di tessitura e tintura naturali.

 

FER-MENTI LEONTINE COOPERATIVA DI COMUNITÀ

Samuele Nucci, 25 anni, San Leo (RN)

La cooperativa di comunità Fer-Menti è nata ad agosto 2019 e persegue finalità di rigenerazione socio-economica del comune di San Leo, sull’appennino romagnolo nell’entroterra riminese.

Il primo passo che la cooperativa sta intraprendendo è la riapertura dell’antico forno del centro storico, dando un primo slancio nell’economia Leontina. Nella progettazione del futuro c’è inoltre l’idea di offrire al turista una visione esperienziale del territorio, attraverso percorsi alla scoperta dei luoghi e dell’enogastronomia.

Obiettivo della cooperativa è quello di mettere in rete le attività economiche locali per riuscire a contrastare la tendenza allo spopolamento.

 

NUOVA FILIERA DELLA PROPOLI

Elia Silvia Pistone, 33 anni, Castel San Niccolò (AR)

L’idea di base consiste nella creazione di una rete di imprese di filiera per la produzione di propoli italiana di qualità. Il progetto si incentra su un’innovazione di processo: l’attuale produzione di propoli a livello nazionale avviene in gran parte attraverso la semplice “raschiatura” dei materiali tecnici, come arnie e melari, portando a un prodotto di scarsa qualità in termini di purezza e residui, che ne possono compromettere la sicurezza. Il progetto prevede, invece, di far adottare alle imprese della rete un processo più raffinato (ma non più oneroso della pratica attuale) che consenta di ottenere una propoli di altissima qualità da destinare al mercato nutraceutico e farmaceutico italiano e internazionale. Questo tipo di attività potrebbe rappresentare un’integrazione al reddito degli apicoltori che producono principalmente miele. La rete di impresa si doterà di un proprio disciplinare (ad es. tutti gli apiari dovranno essere condotti secondo il metodo dell’apicoltura biologica) e si occuperà di: ricerca e sperimentazione delle migliori tecniche apistiche da applicare (raccolta dati); sostegno dei partecipanti con seminari di approfondimento e formazione in campo; produzione di propoli grezza tenendo conto dei requisiti minimi necessari per l’ottenimento di un elevato standard di qualità fitochimico riconosciuto; acquisto dei materiali tecnici di gruppo; partecipazione e vendita collettiva.

 

CENTRO DIDATTICO AGROFORESTALE DEL GRAN SASSO

Ermes Suffer, 30 anni, Colledara (TE)

L’idea dell’impresa è quella di istituire un centro didattico agroforestale nell’area del Gran Sasso. Il centro si prefigge di sviluppare una serie di attività multidisciplinari interconnesse, accumunate dal tema dell’ambiente. Il ripristino del vivaio agroforestale rappresenta l’attività cardine dell’impresa. L’obiettivo è creare un sistema di produzione che vada da semi per il rifornimento di materiale vivaistico di alta qualità alla realizzazione di impianti agroforestali completi. In concomitanza verrà realizzato un ampio progetto turistico, attraverso la realizzazione di un Parco avventura esplorativo all’interno del perimetro del vivaio forestale, realizzabile grazie alla presenza di numerosi alberi secolari di sequoia, che permetterà ai visitatori di intraprendere un’esperienza unica a contatto diretto con tutta l’estensione dell’albero. A supporto dell’attività vivaistica, sarà sviluppato un progetto di apicoltura di montagna e sulla coltivazione di erbe aromatiche e officinali, finalizzati alla produzione di tisane, oli essenziali, miele e derivati. Il progetto prevede inoltre lo sviluppo di percorsi di educazione ambientale, che permettano di far conoscere le varie attività svolte nel vivaio, grazie a percorsi didattici e formativi sulla vivaistica, la botanica, l’erboristeria, l’apicoltura.

 

ÈSPERO

Marco Trivelli, 38 anni, Fabriano (AN)

Èspero è un innovativo progetto di turismo nelle Marche, che nasce dall’incontro valoriale dei due soci e punta a riscoprire un turismo lento e incentrato sull’esperienza. Il modello di business si articola su tre aree principali. La prima è l’accoglienza, il cui cuore sarà la realizzazione di un glamping per un soggiorno esperienziale totalmente immersivo nella natura e nell’autenticità locale; il lusso offerto sarà la lentezza, l’assenza di artificialità, la bellezza della semplicità, il sentirsi parte. La seconda area è l’experience, con un ventaglio di proposte esperienziali legate a i sensi, il fare, il contatto con le proprie emozioni e la crescita personale, in contesti di natura e avventura, enogastronomia, arte e cultura. Con la terza area della mobilità sostenibile si offriranno tour con bici tradizionali, e-bike, scooter elettrici e cammini, che collegheranno luoghi, esperienze, il nostro glamping e strutture ricettive tradizionali partners, tutto nel rispetto di una selezione valoriale altamente coerente e connotata. Il portale web e la app offriranno la possibilità di selezionare la singola attività o i tour, a catalogo o personalizzati, con anche la possibilità di un open ticket modificabile in itinere in base al proprio sentire. 

 

YOUMBRIA

Martina Venturini, 25 anni, Perugia

Youmbria si propone di diventare vetrina della regione Umbria all’estero, riprogettando la comunicazione del territorio in modo più accattivante e decifrabile per il turista straniero, accrescendone e valorizzandone la reputazione come destinazione turistica. Vuole educare e fornire esperienze dal gusto reale, sostenibile e consapevole, mostrando il volto nobile di una regione semplice: i produttori e piccoli artigiani.

Youmbria vuole quindi affermarsi come portale di riferimento per il turismo enogastronomico lento di fascia medio-alta della regione, puntando molto sulla comunicazione online e social del territorio, per creare contenuti digitali accattivanti che mostrino le bellezze umbre in modo originale, creativo, competitivo, per rivolgersi ad un pubblico internazionale. Dal portale di Youmbria sarà inoltre possibile prenotare esperienze, attività e itinerari enogastronomici: tutti i giovani produttori che faranno parte della rete di Youmbria verranno attentamente selezionati per l’alta qualità e sostenibilità dei prodotti. A partire dall’esperienza reale, il turista potrà infine acquistare, ogni volta che vorrà, il prodotto dall’e-commerce di Youmbria, facendo così dell’Umbria un’esperienza a 360°.

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