“La bella addormentata nel porto”: questa è, per molti, l’immagine simbolica più rappresentativa di Genova. Una città di straordinaria bellezza, fortemente identificata con il suo Porto e ricca di risorse compresse e nascoste, che aspettano solo di essere espresse e valorizzate in un progetto condiviso di rilancio.
Parte da questo scenario l’indagine che abbiamo realizzato per riflettere, in modo ampio e partecipato, sui bisogni e le prospettive della città.
La Survey
Attraverso 23 interviste in profondità a opinion leader e 805 interviste telefoniche a un campione rappresentativo di cittadini genovesi – condotte da Yoodata con il coordinamento scientifico del sociologo Alessandro Amadori – sono stati individuati dieci “cantieri” per la Genova del futuro.
Isolamento geografico, limitatezza spaziale, frammentazione in quartieri isolati, carenza e obsolescenza infrastrutturali, depauperamento demografico e invecchiamento della popolazione, deindustrializzazione, lentezza decisionale, cultura corporativistica e incapacità di “fare sistema” si confermano le principali problematiche da affrontare.
A fronte di queste storiche criticità, dalla ricerca emerge altrettanto chiaramente che Genova possiede importanti punti di forza, che, opportunamente messi a sistema, potrebbero diventare un formidabile motore di sviluppo: una solida cultura industriale e del “saper fare”, condizioni ambientali e climatiche particolarmente favorevoli, una rinomata attrattività paesaggistica, artistica e culturale, una qualità della vita alta e costantemente in crescita, un’elevata concentrazione di saperi.
Dal bilancio fra problematiche e punti di forza emersi dall’osservatorio degli opinion leader, la ricerca ha potuto delineare dieci grandi linee di sviluppo per il futuro della città. Sottoposti al giudizio del campione rappresentativo dei cittadini, su questi filoni di intervento si è registrato ampio consenso: sono infatti sempre nove su dieci i genovesi favorevoli all’impegno sui temi proposti.
Due questioni sono percepite come particolarmente urgenti: risolvere i nodi infrastrutturali e implementare un grande piano urbanistico per sviluppare ulteriormente il porto, recuperare il centro storico, valorizzare l’area della Fiera, integrare meglio l’intera area metropolitana e l’entroterra. Seguono poi alcuni assi di sviluppo prioritari, molto in linea con la visione della città offerta dai genovesi stessi: la vocazione turistica; la blue economy, intesa non solo come “economia del mare”, ma anche come laboratorio di sostenibilità e innovazione; il posizionamento come capitale europea della salute e del benessere per l’infanzia; la ricostituzione dell’asse con Milano e Torino, in una sorta di “Triangolo 2.0” tra Smart Cities; il potenziamento della rete di ascolto e di servizi sociali sul territorio; gli investimenti mirati per attrarre giovani talenti; la messa in rete di saperi e competenze, puntando ad esempio sull’eccellenza dell’Istituto Italiano di Tecnologia (ITT) e il rinnovamento dell’Università di Genova. Meno urgente sul breve-medio periodo, ma con una funzione strategica su un arco temporale più ampio, è considerata la silver economy, concreta opportunità di sviluppo economico e di posizionamento strategico nel panorama europeo.
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