La realtà dei comuni italiani con meno di 5mila abitanti
Strade acciottolate, portici fioriti, una piazza con qualche panchina – ritrovo quotidiano di bambini, adolescenti, anziani – e poi l’immancabile campanile, che svetta sui tetti rossi e sembra indicarci che proprio lì, intorno a lui, c’è il suo borgo.
Siamo abituati a pensarli così i paesi, i comuni delle aree interne, ne abbiamo un’immagine bucolica, ferma nel tempo. Ebbene, la realtà è un’altra: i borghi e i piccoli comuni stanno crescendo, hanno fame di tecnologia, di innovazione, di progresso.
Ma quali e quanti sono in Italia? Come si stanno adattando al sempre più frenetico sviluppo tecnologico?
Vengono definiti piccoli comuni quelli che contano meno di 5.000 abitanti. Dalle cime Altoatesine alle coste ioniche se ne contano 5.552, di cui 2.762 sono borghi, ovvero centri abitati con un patrimonio storico e artistico di particolare importanza.
Rappresentano i 2/3 dei comuni italiani – che in totale sono 7.914 – e per il 21% si trovano in aree protette.
Oggi sono esempio di produttività e creatività. Tante le iniziative di imprenditoriali e di comunità: Per combattere lo spopolamento, a Bormida, nell’entroterra savonese, si riceve un bonus di 2.000 euro per l’acquisto di una casa.
A Grottole, borgo in provincia di Matera quasi del tutto abbandonato, le antiche case degli allevatori di bestiame saranno trasformate in contenitori di eventi culturali e in residenze per artisti.
Confleti, in Calabria, potrebbe diventare un centro logistico di Amazon, dando così nuovo impulso anche all’economia e ai mestieri tradizionali del luogo.
Progetti che “fanno di necessità virtù”, che servono ad affrontare la realtà dello spopolamento, dell’invecchiamento della popolazione, di scarse infrastrutture e di un forte divario digitale, come emerge dai numeri dello studio di Legambiente e Uncem: i redditi sono infatti più bassi dal 13% al 35% rispetto alla media nazionale; i laureati sono solo 7 su 100; negli ultimi 40 anni in 2mila comuni i residenti sono diminuiti di oltre il 20%.
Dato emblematico quello relativo alla banda larga, che copre solo il 17,4% delle utenze.
Un problema, quello del digital divide, che oggi vede impegnarsi il pubblico e il privato con l’obiettivo di favorire la diffusione dei servizi digitali. Lo scorso luglio Open Fiber, in collaborazione con Uncem, ha iniziato un dialogo con i Comuni per portare la fibra ottica nelle aree montane.
Anche il piano di azione “2025”, presentato a dicembre 2019 dal ministro per l’Innovazione tecnologica e la digitalizzazione Paola Pisano, vuole rispondere alla necessità di un maggiore sviluppo tecnologico. La sfida è quella di migliorare le infrastrutture, istituire un “diritto a innovare” che sostenga la nascita di nuove startup, nuovi hub ed ecosistemi locali.
Ripopolazione, innovazione, crescita. Tre obiettivi tra loro complementari e che hanno uno stesso denominatore: i giovani e l’imprenditorialità, il coraggio di restare, di tornare, di re-inventare e valorizzare il potenziale economico, sociale e culturale di un’Italia piccola, ma estremamente bella.
Il riscatto dei Borghi, Corriere Buone Notizie, 8 ottobre 2019
Ripopolamento Borghi, nonsprecare.it, 9 dicembre 2019
Il piano per l’innovazione. La ministra Pisano: “Così l’Italia digitale nel 2025”, repubblica.it, 17 dicembre 2019