Francesca Campora
Le parole sono congegni preziosi, troppo spesso sottovalutate, il più delle volte mal utilizzate.
Frammenti sempre vivi di interi mondi, se attentamente esplorate e valorizzate, rivelano la vita che le ha create. Dicono di un tempo e di un luogo, di un gruppo di persone, della loro visione del mondo, del loro progetto condiviso.
Dicono di chi è stato, di chi siamo, di chi vorremmo essere. Nella nostra esperienza si uniscono ad altri luoghi, a nuove storie, a sapori e immagini familiari, trovando nuove vibrazioni e rinnovando il proprio significato.
Quando scegliamo una parola partecipiamo a un mondo, lo scegliamo, lo proponiamo ad altri. Usare le parole non è mai un atto neutro ma è sempre un atto di libertà. Scegliamo mondi di valori e significati in cui abitare.
Alcune parole, come “aria” o “mano” sembrano eterne e necessarie, nate assieme a noi; altre, come “smartphone” o “Internet” entrano a far parte della nostra vita solo a un certo punto e tuttavia ricorrono più volte al giorno di “pane” o “anima”; alcune sono allegre – “coriandolo”; altre meno – “pozzanghera”; alcune melodiche – “mareggiata”; altre sorde – “masso”. Alcune, serie – “presidente”, le trattiamo con rispetto; altre, sempre serie – “guerra” o “fame” – le vorremmo dimenticare.
Alcune diventano a un tratto urgenti, come l’acqua quando si ha sete. Per una persona o per più persone contemporaneamente. A volte per interi popoli, in un certo momento storico. “Libertà”…“Luna”… “Ambiente”…
“Scuola” è la parola che ho pronunciato di più in questi ultimi tre mesi. “Scuola” è la parola che scelgo anche oggi.
Dal dizionario. “Istituzione educativa che ha il compito di trasmettere alle giovani generazioni gli elementi fondamentali di una civiltà, di una cultura o di avviare al possesso di una data disciplina o alla pratica di una determinata professione […].”
Per me. Scuola è dove ho imparato ad imparare e a scegliere, tra tante cose, quelle più adatte a me; scuola è dove ho trovato buoni insegnanti che sono ancora con me e cattivi insegnanti che mi hanno fatto capire di più quelli buoni; amici, compagni, nemici e quindi ancora più amici. A scuola ho scoperto il ritmo delle giornate e il valore del tempo libero; a scuola sono diventata io, ho incontrato le persone e ho saputo del mondo.
Senza scuola, nessun futuro è possibile.
In momenti di grande discontinuità, migliore saprà essere la scuola, migliori potranno essere i futuri possibili.
Scuola è una parola da scegliere sempre.