In Fondazione Edoardo Garrone ci occupiamo dei giovani.
Abbiamo a cuore il loro presente perché è qui che prende forma il futuro; crediamo nelle loro capacità e nella loro motivazione e sappiamo anche che non basta, che è importante offrire loro conoscenza, strumenti, esempi.
Esempi in casa, a scuola, al supermercato, in Parlamento, sui giornali, in televisione…esempi di ieri e di oggi…piccoli gesti e grandi gesta…qualcosa che riconduca all’essenziale e quindi renda più liberi, un senso che obblighi a cambiare e fare cose diverse da quelle che ci hanno messi nei guai, che tracci un orizzonte in armonia col quale, ognuno, possa scegliere la propria strada.
Esempi. Persone. Azioni. Voci. Fatti.
Per la rivista “Time”, Greta Thunberg, è stata il personaggio più influente del 2019. Di fatto, un esempio.
Cosa ci dice Greta? In estrema sintesi, che siamo tutti coinvolti in un’emergenza climatica che compromette l’idea stessa di futuro e che dobbiamo affrontare grandi sfide a livello ambientale, economico e sociale. Che con decenni di incuria, gli adulti hanno rubato il futuro ai loro figli.
Ma non è l’unica né la prima. Per fortuna. Scienziati, leader politici, giornalisti, imprenditori, cittadini di ogni parte del mondo lo dicono e lo dimostrano da tempo.
Ma allora, cosa dice di più o di altro Greta?
Che è un diritto di tutti, ragazzi, adulti, anziani, alzarsi e agire per difendere valori essenziali.
Che è un dovere di tutti, ragazzi, adulti, anziani, alzarsi e agire per difendere valori essenziali.
Che una ragazzina di soli 16 anni, alzandosi e agendo per difendere valori fondamentali, ha raccolto la stima e il supporto di un potente Presidente.
Che una ragazzina di soli 16 anni, alzandosi e agendo per difendere valori fondamentali, ha raccolto l’ira e forse le paure di un (altro) potente Presidente.
Che milioni di ragazzi, adulti, anziani, in tutto il mondo si sono riconosciuti in quell’alzata e in quei valori e si sono untiti nell’immediatezza di un esempio. Gli esempi, quelli autentici, fanno questo.
Che le diversità (a 11 anni a Greta è stata diagnosticata la sindrome di Asperger) rivelano potenzialità spesso ancora tutte da scoprire.
Che fino a che ci saranno adulti capaci di co-(m)muoversi perché i loro figli chiedono aiuto, allora l’idea stessa di futuro non sarà più messa in discussione.
Greta non insulta. Greta non usa parole aggressive. Non offende. Esprime rabbia si, quella che serve, sempre, a denunciare, difendere, cambiare. Quella che ai giovani serve per crescere. Mettere in discussione i genitori e trovare il proprio posto nel mondo. E fare del mondo un posto nuovo.
Possiamo evitare, ridicolizzare, elaborare teorie complottistiche, minimizzare o peggio ancora, insultare. Tanti lo hanno fatto (purtroppo).
Dipende sempre quella famosa idea di futuro.
Allora, se davvero parliamo di futuro, sappiamo che abbiamo il dovere di accogliere quella rabbia, di chiamare a raccolta tutti i migliori esempi che ci vengono in mente per orientarla e di cogliere l’esempio quando si manifesta in tutta la sua evidenza e necessità.
Il “Time” non ha eletto, ha solo preso atto. Abbiamo bisogno di esempi. Sempre. Per tutto il tempo della nostra vita. Che è sempre un tempo di crescita. Più che mai quando siamo genitori, insegnanti, educatori.
“Siamo tutti nel rigagnolo, ma alcuni di noi fissano le stelle” (Oscar Wilde)