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Francesca Campora

Grazie alla legge numero 92 del 20 agosto 2019, a partire da settembre 2020 l’Educazione Civica è finalmente rientrata a pieno diritto, nei percorsi formativi delle nostre scuole.

Dopo decenni di lacune, intermittenze e trascuratezze, l’articolo 1 del decreto legislativo, sintetizza ed esplicita in modo inequivocabile i principi ispiratori:

“1.   L’educazione   civica   contribuisce   a   formare   cittadini responsabili e attivi e a promuovere la partecipazione piena e consapevole alla vita civica, culturale e sociale delle comunita’, nel rispetto delle regole, dei diritti e dei doveri.  2. L’educazione civica sviluppa nelle istituzioni scolastiche la conoscenza della   Costituzione   italiana   e   delle   istituzioni dell’Unione europea per sostanziare, in particolare, la condivisione e la promozione dei principi di legalita’, cittadinanza attiva e digitale, sostenibilita’ ambientale e diritto alla salute e al benessere della persona.”

Alle soglie di uno dei momenti più complessi del nostro tempo, quasi accompagnata da un istinto premonitore, l’Educazione Civica torna come premessa e condizione imprescindibile di ogni altro insegnamento: prima di ogni transizione ecologia o di qualsiasi piano di rilancio e, proprio per renderne possibili e disegni e realizzazioni, abbiamo bisogno di un rinnovato umanesimo. Nulla di rivoluzionario in realtà, piuttosto un pacato ma convinto ritorno ai fondamentali. Nessun nostalgico passo indietro, piuttosto il più robusto e luminoso ponte verso il nostro futuro.

L’indispensabile e delicato equilibrio tra dinamiche economiche, patrimonio ambientale ed evoluzioni sociali, ha bisogno sia di semplici pratiche quotidiane che di lungimiranti e ampie visioni sistemiche; abbiamo bisogno, allo stesso modo, di cittadini scrupolosi e creativi e di innovatori curiosi e rispettosi. In entrambi i casi, abbiamo bisogno di presenze umane dialoganti ed empatiche.

Educazione Civica quindi, per nutrire il senso e lo scopo della nostra presenza e sostenere tutto il percorso di crescita dei nostri giovani, a partire dai più piccoli, gli studenti della scuola primaria.

Per chi si occupa di formazione si aprono, oggi più che mai, entusiasmanti spazi di progettazione e sperimentazione: la sfida è quella avvicinare e ricongiungere quello che solo apparentemente sembra distante e separato – il prima dall’ora e dal dopo; loro da noi; l’orizzontalità dalla verticalità; l’immediatezza dell’immagine dalla concentrazione per il testo; il postare dal dialogare; il selfie dal racconto. Ricongiungere, affiancare e contaminare per posare sul mondo uno sguardo che viene da lontano e da tanti posti ed è per questo il solo capace di una via e non semplicemente di una strada.

Per noi di Fondazione Edoardo Garrone, che da sempre ideiamo e curiamo iniziative per affiancare e arricchire il lavoro quotidiano delle scuole, la reintroduzione dell’Educazione Civica è sembrata da subito un’imperdibile opportunità. La pandemia, con le sue tante e forse ancora imprevedibili conseguenze sociali e il lungo periodo di isolamento e privazione a cui sono stati sottoposti i giovani, ci hanno definitivamente supportato verso una progettualità fatta di esperienze concrete e coinvolgenti, sia a livello individuale che di gruppo.

Abbiamo scelto la letteratura per l’infanzia e l’adolescenza come luogo privilegiato di incontro ed esplorazione di valori e significati; offriamo la scrittura e l’illustrazione per sperimentare e maturare codici e gesti inediti; proponiamo l’autorialità come primo passo per la costruzione di nuovi e diversi mondi e quindi come atto di autentica responsabilità sociale.

Grazie alla collaborazione con la rivista Andersen e al prezioso coinvolgimento di autori come Cristina Bellemo, Mauro Bellei, Daniela Carucci, Giulia Pastorino, Sergio Olivotti, Tim Bruno e Letizia Iannacone, con il nuovo progetto “Tra le righe” entreremo nelle scuole primarie e secondarie di primo grado e lavoreremo accanto a studenti e a docenti per cercare, tra le righe dei libri e oltre, i materiali con cui costruire un futuro a misura d’uomo e di natura.

Alla fine, con in mano nuovi racconti, nuove possibilità e un po’ più di desiderio e curiosità, usciremo tutti assieme dalle classi e, durante il Sarvego Festival, ci ritroveremo in mezzo al bosco, per ricordarci di quel contatto primario e vivificante e per condividere l’importanza e la gioia della nostra partecipazione.

“Questa è la parte più bella di tutta la letteratura: scoprire che i tuoi desideri sono desideri universali, che non sei solo o isolato da nessuno. Tu appartieni”

(Francis Scott Fitzgerald)

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