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Fin dall’inizio dell’emergenza Covid-19, le ricadute su alcuni settori produttivi del nostro Paese sono state evidenti. Piccoli e medi imprenditori hanno fatto le spese di un sistema rallentato dalla crisi, ma soprattutto di un’economia bloccata dal lock down, da abitudini di vita quotidiana che sono improvvisamente scomparse. Una situazione, questa, che ha visto coinvolti anche gli imprenditori di ReStartApp e ReStartAlp. Attività giovani, che hanno dovuto re-inventarsi e che abbiamo coinvolto in un progetto consulenziale per aiutarle a fronteggiare questo periodo di difficoltà. Abbiamo chiesto a Giorgio Gobetti, titolare di Butéga Valtellina, rete di imprese sul territorio Valtellinese, di raccontarci la sua esperienza.
  • In quale momento era la tua impresa quando è iniziata l’emergenza Covid19?
Abbiamo iniziato i lavori nella nuova sede a gennaio 2020. La settimana prima dell’inizio dell’emergenza eravamo in una fase decisiva, di grandi cambiamenti, l’inaugurazione era prevista a cavallo tra il mese di marzo e il mese di aprile. A questo punto apriremo tra sei/otto mesi: avremo un laboratorio polifunzionale pensato per i piccoli produttori e uno spazio sarà dedicato a formazione, incontri e iniziative di didattica incentrati sui temi della sostenibilità, del territorio e del buon cibo…tutti aspetti centrali nella nostra mission e pienamente condivisi con la rete “locale” che via via stiamo costituendo, sempre più ampia e coesa.
  • Quali attività in particolare sono state compromesse dall’emergenza? Quali ambiti del tuo lavoro sono stati maggiormente impattati?
A fine 2019 avevamo pianificato, per l’inizio di quest’anno, un calendario con una ventina tra eventi a livello regionale e nazionale. Ovviamente tutte queste iniziative sono state annullate o rinviate. Lavoriamo sia a livello B2C, sia a livello B2B, in quest’ultimo settore tutte le attività hanno subito uno stop. Il nostro circuito di aziende, inoltre, è costituito da circa 15/20 agricoltori e artigiani: tutti gli incontri, gli scambi e le attività di didattica previste sono state impossibili da realizzare. Adesso (luglio 2020, ndr) stiamo ripartendo, ma in un primo momento, trovandoci in Lombardia, quindi nell’occhio del ciclone, mi è stato anche impossibile raggiungere la sede lavorativa, che si trova in un comune diverso da quello dove risiedo.
  • Potresti quantificare il “danno” economico causato alla tua impresa dall’emergenza Covid19?
Abbiamo quantificato il mese e mezzo di chiusura totale con una perdita compresa tra i 20 e i 30mila euro. Questo perché abbiamo perso il periodo delle fiere, tra cui “Fa’ la cosa giusta” con Fondazione Edoardo Garrone, che dal punto di vista del fatturato giocano un ruolo essenziale.
  • Quali azioni hai dovuto mettere in campo per garantire la tenuta della tua attività nell’immediato?
Dovevamo scegliere se rimanere fermi o cambiare il nostro modello di business. È stata una scelta sofferta, perché avevamo appena ripensato tutta la nostra attività. Ci siamo trovati a ricominciare da zero, con delle nuove prospettive e degli orizzonti incerti. Quello che abbiamo fatto è stato cercare di preservare non soltanto la nostra azienda, ma tutte le imprese del circuito: abbiamo organizzato dei gruppi di acquisto, facendo leva sul valore sociale delle nostre comunità. Abbiamo quindi favorito i piccoli produttori, condividendo con loro i nostri contatti e i nostri canali di vendita, in modo che potessero trovare uno sbocco commerciale anche durante il lock down. Abbiamo poi, inevitabilmente, sfruttato le opportunità offerte dl web, creando una piattaforma “unica, non tipica”, che sarà online a breve. Le scorte di magazzino, invece, sono state ridistribuite alle famiglie e agli anziani del nostro comune.
  • E dopo i mutamenti determinati dall’emergenza?
Ad oggi l’unica cosa che possiamo fare è ripensarci e riprogrammare le nostre attività con un ritmo diverso. Se prima il palinsesto di attività ed eventi copriva sei mesi, oggi lavoriamo su tre, l’incertezza è forte. Dal mese prossimo (agosto, ndr), ad esempio, ripartiremo con la didattica per i bambini e gli eventi B2B (cene e degustazioni nei ristoranti), sempre nel rispetto delle normative vigenti. Stiamo poi aspettando di sapere se le fiere annullate in primavera si svolgeranno alla fine dell’anno.
  • Quali soggetti, enti o iniziative sono ti stati di maggiore aiuto per superare la crisi?
Abbiamo avuto enormi difficoltà dal punto di vista burocratico immediatamente dopo il lock down, in quanto è stato complicato adempiere a tutti gli obblighi imposti dalle normative. In questo senso, l’unico aiuto concreto, reale ed efficace è stato quello di Fondazione Edoardo Garrone: mettendo in gioco una serie di competenze e servizi consulenziali tarati sulla nostra realtà è stata in grado di aiutarci davvero. Abbiamo provato a partecipare a qualche bando, ma difficilmente queste offerte si adattano a realtà piccole e giovani come la nostra.
  • L’emergenza Covid19 ha in qualche modo offerto al tuo lavoro delle nuove opportunità di sviluppo o crescita?
Sicuramente sì. Abbiamo deciso di cogliere le opportunità che ci ha presentato questa emergenza: il filo conduttore è stato quello della sostenibilità ambientale. Tema da sempre centrale nella nostra filosofia aziendale. Allo stesso tempo abbiamo allargato i nostri orizzonti: la piattaforma online, le consegne a domicilio … sono tutte attività che non avevamo previsto, almeno in questo momento, ma che si sono rivelati una nuova prospettiva di mercato.
  • Come immagini il futuro della tua azienda?
Questa emergenza ci ha insegnato a essere più flessibili, ci ha mostrato l’importanza i saper cogliere le opportunità offerte dal mercato. Portiamo a casa un’enorme lezione e crediamo sempre di più nell’importanza di fare rete. È questo ciò che immagino per il futuro di Butèga Valtellina: mettere a sistema asset virtuosi, esperienze, competenze e persone sarà sempre più importante per dare il giusto valore ai territori, soprattutto quelli di montagna. Apriremo la nuova sede e ci auguriamo di poter partecipare alle fiere e agli eventi programmati. Ci muoveremo con più cautela, ma le prospettive e il nostro entusiasmo rimangono immutati. Se vuoi scoprire di più su Butéga Valtellina leggi la storia di Giorgio sul portale Storie di Giovani imprese.
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