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Con l’evento “Appenninici a confronto”, giovedì 21 settembre a Sassello (SV), si è chiusa l’edizione 2023 di ReStartApp, il Campus di formazione, incubazione e accelerazione per le giovani imprese del territorio appenninico italiano, promosso e realizzato da Fondazione Edoardo Garrone in collaborazione con Fondazione Compagnia di San Paolo nell’ambito del più ampio Progetto Appennino.

 

 

 

ReStartApp: storia e numeri

 

Avviato da Fondazione Edoardo Garrone nel 2014, ReStartApp è stato il primo incubatore temporaneo per giovani imprese in Appennino, a cui, nel 2016, si è affiancato ReStartAlp, realizzato in collaborazione con Fondazione Cariplo e dedicato ai territori alpini. Grazie a un sistema di partnership in continua crescita, dal 2014 al 2023, Fondazione Edoardo Garrone ha realizzato 12 edizioni dell’iniziativa – 9 di ReStartApp e 3 di ReStartAlp, in diverse località degli Appennini e delle Alpi – affiancando circa 150 aspiranti imprenditori under 40 da tutta Italia e contribuendo concretamente all’avvio di 56 imprese, accomunate dall’obiettivo di valorizzare, promuovere e sviluppare i territori montani, in chiave innovativa e sostenibile.

 

ReStartApp è partito una decina di anni fa e una delle prime imprese avviate grazie al campus, il birrificio artigianale Altavia di Giorgio Masio, è nata proprio a Sassello” ha ricordato Alessandro Garrone, presidente di Fondazione Edoardo Garrone.L’idea risale però a molto tempo fa, a una visione di mio padre, Riccardo Garrone, che aveva intuito le potenzialità dell’Appennino quando ancora la sensibilità per le aree interne non era diffusa come oggi. Con l’intento di trasferire le nostre esperienze di famiglia imprenditoriale alle piccole imprese montane, in questi anni abbiamo lavorato con i ragazzi e capito che c’è un mondo di istituzioni, di fondazioni private, di giovani, che vogliono impegnarsi sull’Appennino. Noi facciamo la nostra parte, investendo risorse importanti, ma anche cercando di fare rete e di stimolare altri soggetti. Ci vuole tempo e impegno, ma i risultati li stiamo vedendo e monitorando”.

 

 

 

I giovani aspiranti imprenditori e i loro progetti green per rilanciare l’Appennino

 

Sono 7 i giovani aspiranti imprenditori under 40, provenienti da tutta Italia, che hanno partecipato alle 10 settimane di formazione intensiva, residenziale e gratuita, offerte dal campus ReStartApp.

 

Preziosa, immersiva, stressante trasformativa, trasversale, open-minded: i ragazzi hanno definito così l’esperienza del campus, che li ha aiutati a mettere a punto progetti imprenditoriali realmente sostenibili, non solo dal punto di vista ambientale e sociale, ma anche economico.

 

 

Con il progetto “Cammin Facendo”, la savonese Lucia Bruno (26 anni, da Albisola Superiore) vuole creare box a sorpresa per far scoprire la natura e la cultura dei borghi meno conosciuti del territorio italiano attraverso una piccola guida, un libro che accompagna nel viaggio, una cartolina illustrata e un prodotto locale. Il Campus l’ha aiutata in particolar modo a focalizzarsi sui bisogni del mercato e sui potenziali destinatari della sua proposta: “Mi sono concentrata su chi sarebbe stato interessato alle mie box e ho capito che devo concentrami di più sul turismo lento, sui camminatori e sui cicloturisti, che cercano informazioni e sempre nuovi percorsi sul territorio italiano, realizzando quindi un prodotto più specifico per rispondere a quello che cercano veramente le persone”.

 

 

Ristrutturando un immobile di famiglia nel borgo di Denavolo, frazione di Travo, in Val Trebbia, Alessandra Croci (31 anni, da Piacenza) sogna di creare il B&B Desiderio: L’immobile è un’azienda agricola, dispone di una struttura principale, fienili e unità abitative, boschi e terreni. Per questo sono partita con l’idea dell’albergo diffuso. Ridimensionando, ho deciso invece di partire dall’unità centrale, trasformandola in un b&b particolarmente adatto alle famiglie con bambini, e di riprendere anche la parte agricola, proponendo prodotti che rendano più autentica l’esperienza”.

 

 

Andrea Di Domenico (24 anni da Spoltore), nel piccolo Comune di Pescosansonesco (PE), intende realizzare l’eco-camping “Petra Glamping”, che proponga servizi ed esperienze legati al territorio, tra cui la consegna in tenda della spesa di prodotti tipici e il servizio di e-bike. L’opportunità di partecipare al bando per la gestione di un ostello da ristrutturare in prossimità del glamping e la presenza di una parete di arrampicata da ristrutturare, intorno alla quale sviluppare un festival di arrampicata, rappresentano ulteriori sviluppi futuri che contribuiranno a rivitalizzare e ripopolare il paese.

 

 

Si chiamerà “Gloasi” il piccolo boutique glamping che Lorenzo Giannini (29 anni da Sant’Arcangelo di Romagna) vuole avviare per offrire un servizio di ospitalità non tradizionale nel territorio romagnolo. L’obiettivo è proporre un processo di rigenerazione sensoriale attraverso pratiche mirate alla rivitalizzazione per un miglioramento del proprio stato fisico, mentale e spirituale.

 

 

Liliana Graniero (25 anni, da Lacedonia, in provincia di Avellino) ha portato a ReStartApp l’idea dell’innovativa piattaforma di progettazione del verde “Verdequadro”, che proporrà diversi prodotti per la realizzazione di spazi verdi utilizzando la carta come supporto dei semi, abbattendo i costi di trasporto del materiale vegetale e riducendo drasticamente la quantità di plastica utilizzata normalmente nel settore. Inizialmente puntavo su prodotti molto personalizzati che permettessero di ottenere fogli di carta seminativa da disporre sulla superficie a disposizione. Da pochi progetti, molto grandi e molto personalizzati, sono arrivata invece all’idea di proporre piccoli moduli che possano adattarsi facilmente a tanti progetti differenti. Ci saranno tre linee: una per l’orto, una per i tappeti erbosi e una per i fiori”.

 

 

A partire dal consolidato B&B di famiglia in alta Val Fontanabuona, Alexander Kundrat (33 anni da Neirone) punta a realizzare l’agriturismo e centro didattico – ricreativo ecosostenibile “Lupo Rosso”. Il mio progetto iniziale aveva una forte parte legata all’agroalimentare, soprattutto in chiave di agricoltura rigenerativa, ma nel corso del campus ho capito che la parte agricola doveva aspettare e ho deciso di concentrarmi per adesso sulla ricettività in chiave ecosostenibile”, ha spiegato. Di origine tedesca, Alexander ha inoltre scelto di concentrare la sua offerta proprio sul mercato tedesco, che sta sviluppando sempre di più l’interesse per la zona dell’entroterra ligure.

 

 

Greta Manfrin (35 anni da San Giuliano Milanese) con il suo compagno vuole avviare a Borgo Val di Taro (PR) il laboratorio Bollae, dove produrre una linea di prodotti fermentati, come il kombucha, a base di materie prime spontanee dell’Appennino parmense. “Durante il campus ho capito che si tratta di un mercato estremamente di nicchia e abbiamo deciso di focalizzare le nostre forse sul segmento specifico dell’alta ristorazione, con l’idea di espanderci in futuro aprendo una sala conviviale dove offrire menù degustazione e cene a tema, escursioni per riconoscere le specie spontanee commestibili e lezioni di cucina”.

 

I giovani imprenditori che escono dai nostri campus non sono mai soli: ci sono tanti soggetti, più o meno piccoli, pubblici o privati, disposti a scommettere sul ruolo che il loro lavoro può avere in un progetto di sviluppo comunitario territoriale decisamente più ampio” ha spiegato Francesca Campora, direttore generale di Fondazione Edoardo Garrone. “Il loro lavoro – lo vediamo dalle esperienze dei campus precedenti – è inoltre sempre più attenzionato da grandi aziende che guardano agli obiettivi di sostenibilità dell’Agenda 2030 e per cui i nostri ragazzi possono diventare motori di cambiamento, perché la transizione ecologica non è un fenomeno astratto, ma si realizza in scelte molto concrete, anche molto piccole, ma puntuali, vere, fatte sul territorio. Un altro tema riguarda poi la globalità del progetto turistico: anche quando i progetti imprenditoriali non hanno a che fare direttamente con il turismo vanno spesso a confluire in un progetto di turismo di comunità e di territorio. Infine, al centro di tutto ci sono sempre le competenze, che devono sostenere ogni passo avanti di un’impresa”.

 

Un autorevole partneriato guidato da Fondazione Compagnia di San Paolo

 

ReStartApp è promosso da Fondazione Edoardo Garrone in collaborazione con un partenariato guidato da Fondazione Compagnia di San Paolo e composto da Ente Parco del Beigua, Comune di Sassello (SV), Comune di Campo Ligure (GE), Coopfond Spa, Legacoop Liguria e Fondazione De Mari, con un contributo di Fondazione Carige.

 

La Fondazione Compagnia di San Paolo opera per lo sviluppo economico e sociale dei territori. Lo fa con uno sguardo attento alla valorizzazione delle identità culturali, al potenziale imprenditoriale ed alla partecipazione soprattutto dei giovani. Per questo è convinta capofila del Progetto Appennino – ha dichiarato Alberto Anfossi, Segretario Generale della Fondazione torinese – Il sostegno alla nascita di nuove giovani imprese, attraverso l’alta formazione dell’incubatore ReStartApp, ma anche il consolidamento e innovazione del tessuto imprenditoriale esistente, con i percorsi di accelerazione – Vitamine in azienda e creazione di reti – Imprese in rete, sono strumenti concreti ed efficaci al servizio di strategie di sviluppo locale. Noi siamo lieti, con questo progetto, di poter investire nell’imprenditorialità: un volano di coinvolgimento e valorizzazione di tutte le risorse materiali e immateriali della comunità”.

 

 

Siamo molto soddisfatti che il Parco del Beigua sia stato scelto come territorio su cui realizzare questo progetto, che per noi è stata un’esperienza veramente positiva – ha spiegato Maria Cristina Caprioglio, direttore del Parco del BeiguaIl Parco è nato più di vent’anni fa e da subito ha capito che una delle sue missioni doveva essere lavorare in rete con il territorio per creare relazioni e collegamenti, perfettamente in linea con lo spirito di questo progetto. Insieme ai Comuni del Parco, che hanno messo a disposizione le loro imprese per le diverse iniziative, il Parco ha avuto un ruolo estremamente operativo per la messa a terra di Progetto Appennino, seguendo l’organizzazione della residenzialità del campus, dell’accoglienza dei docenti, e accompagnando le attività di promozione e reclutamento delle aziende locali”.

 

 

Giovani e potenzialità di un territorio relativamente poco conosciuto: tracciare una linea tra questi due punti è quello che ha fatto concretamente Progetto Appennino, mettendo a confronto le idee dei giovani con la realtà del giorno per giorno e con la difficoltà di combinare i fattori in un business plan” ha commentato Luciano Pasquale, presidente di Fondazione De Mari.A unire questi due elementi, giovani e territori, c’è l’approccio imprenditoriale di chi ogni giorno si impegna per fare meglio di chi è venuto prima di lui e che deve diventare un approccio culturale. Sono convinto che il legame tra potenzialità spesso inespresse dei territori appenninici e lo sviluppo di opportunità turistiche, come quelle immaginate dai partecipanti al Campus, sia sicuramente un terreno da esplorare”.

 

 

Questo progetto della Fondazione Edoardo Garrone si allinea perfettamente alla nostra strategia per favorire l’individuazione e l’avvio di ecosistemi territoriali che possono generare opportunità di sviluppo e nuove imprese da parte dei giovani, insiste su quei territori dove investiamo da tempo con modelli innovativi come le cooperative di comunità e le piattaforme cooperative” ha concluso Mattia Rossi, presidente di Legacoop Liguria.Le cooperative di giovani che sono nate in questi anni hanno puntato proprio su quei settori come il turismo, la cultura e l’agroalimentare sui quali RESTARTAPP scommette anche in questa occasione. Oggi è stata un’ulteriore tappa di una strategia – con effetti concreti a breve termine per le comunità coinvolte – dove Legacoop Liguria e Fondazione Edoardo Garrone possono porsi insieme come protagonisti del rilancio dell’economia appenninica”.

 

 

Esperienze a confronto

 

Durante l’evento conclusivo, i giovani aspiranti imprenditori del Campus ReStartApp hanno inoltre avuto la possibilità di confrontarsi con due imprese appenniniche già avviate e consolidate, entrambe insediate sul territorio ligure, da cui hanno potuto trarre stimoli e suggerimenti interessanti.

 

L’idea alla base della nostra associazione è nata 25 anni fa, da una scelta di vita e dall’esigenza forte di tornare al territorio e ai valori del passato” ha spiegato Massimo Ferrando, presidente dell’Associazione di promozione sociale Cascina Granbego di Sassello (SV). “A Cascina Granbego volevo realizzare un luogo di cultura e di ospitalità, un progetto costruito nel tempo insieme ad Alessandra Giacardi. Dal B&B alle iniziative culturali, l’associazione si è costituita formalmente nel 2012 e nel 2013 ha preso in gestione il Rifugio Escursionistico La Sciverna. Qui abbiamo trasferito le nostre iniziative, puntando su quattro aree specifiche che si intersecano tra loro: ospitalità, arte, educazione, agri-cultura. Con queste due strutture ci siamo aperti al territorio, con cui collaboriamo anche con altri progetti come Feel Sassello / Territori narranti / una nuova attitudine al viaggio. Progetti che si incontrano e possono deflagrare insieme, facendo cultura del territorio e creando anche una piccola ma duratura economia”.

 

Siamo partiti nel 2015 in tre con una piccola cooperativa” ha raccontato Maria Ramella, presidente della Cooperativa Brigì di Mendatica (IM).Dopo un anno, eravamo già il 14 soci. Frutto della voglia di dare una prospettiva al territorio, creando opportunità di lavoro, mettendo a sistema servizi esistenti e creandone nuovi sostenibili. Oggi siamo cooperativa di comunità impresa sociale che permette di creare filiere corte, di riattivare cicli economici locali e di gestire beni comuni. Ma è anche uno stato d’animo: che porta a considerare il turista come un ospite, a lavorare per mantenere attività aperte che rappresentino presidi sociali sul territorio, a creare occasioni di scambio con turisti, smart workers, giovani e meno giovani. In questo modo ognuno porta qualcosa di nuovo, si crea dinamismo, si evita che la comunità si chiuda. E così diamo vita a progetti dove l’innovazione è dentro la tradizione”.

 

 

Innesti e inneschi: la via italiana al turismo sostenibile

 

Per le giovani imprese dell’Appennino il turismo sostenibile rappresenta sicuramente un’opportunità importante, un ambito in cui le progettualità dei giovani possono concretizzarsi, ma anche trovare punti di incontro e di sviluppo per la loro storia imprenditoriale ma anche a favore di un progetto di sviluppo territoriale.

 

 

Partner storico di Fondazione Edoardo Garrone per la realizzazione di ReStartApp e, in seguito, di Progetto Appennino, Legambiente accompagna le giovani aziende anche dopo il campus e i percorsi “Vitamine in Aziende” e “Imprese in Rete”, per metterle in connessione con altre realtà attive sui territori nell’ambito del turismo o, meglio, dei Turismi.

 

 

Tutti i turismi di cui vogliono occuparsi i giovani aspiranti imprenditori di ReStartApp sono in crescita a doppia cifra” ha spiegato Enrico Fontana, componente della segreteria nazionale di Legambiente. É in crescita a doppia cifra il cicloturismo, con la distinzione tra i cicloturisti puri dai turisti ciclisti: da una parte ci sono i turisti che partono in bicicletta e hanno cubato nel 2022 in Italia più di un miliardo di euro di fatturato, e dall’altra ci sono i turisti ciclisti, cioè quelli che prendono la bici quando vanno in vacanza, che hanno cubato altri 2,9 miliardi di euro. Crescita esponenziale è anche per il turismo dei cammini, che viene monitorato in Italia. I cammini italiani si stanno infatti strutturando per certificare le presenze e stiamo parlando di più di 85.000 e ci sono anche i cammini che danno il testimonium, cioè una forma ancora più strutturata di riconoscimento per chi ha partecipato o ha fatto il cammino tutto o in parte, triplicati in un anno. C’è poi il turismo enogastronomico, che viaggia anche questo a livelli esponenziali in doppia cifra: un turismo che non si accontenta soltanto del buon mangiare, ma vuole anche un ambiente naturale intorno, coerente con la sua esperienza di viaggio.

 

 

I numeri sono tutti in crescita e sono i turismi che sono usciti meglio dopo l’emergenza del 2020, che hanno un trend di crescita che riflette la capacità di generare economie che restano nei territori, molto più di quanto non faccia il turismo tradizionale, il turismo di massa, che sembrerebbe ormai definitivamente tramontato o comunque in declino” ha commentato Fontana. “Altre sono le domande che vengono da chi spende, i turisti italiani, turisti stranieri, cerca esperienze legate al proprio benessere, vuole conoscere i luoghi, vuole incontrare le comunità, vuole scoprire e acquista prodotti locali, enogastronomici e di artigianato. Quindi non è soltanto il turismo dell’ospitalità, è anche il turismo che riguarda dei settori produttivi primari nel nostro paese, ma anche di tradizioni culturali e locali”.

 

 

Per definire cosa significa oggi fare turismo, Enrico Fontana ha mutuato il concetto di innesti e inneschi da un dibattito ospitato dalla rivista La Nuova Ecologia con il direttore dell’Apt della Val di Fassa: “Il turismo non è soltanto un innestarsi in un territorio già vivo, valorizzare un territorio vivo, ma è anche un innesco, cioè fa nascere qualcosa che prima non c’era, perché lo sguardo esterno di un turista, a volte è in grado di vedere nei territori quello che i suoi abitanti non vedono più e di innescare processi di cambiamento. Ed è così che questo turismo italiano, questa via italiana al turismo sostenibile, che è fatta di innesti e di inneschi, ha sicuramente nell’Appennino il suo cuore pulsante e deve avere nell’Appennino il luogo in cui dà il meglio di sé, perché l’idea di crescita di questi territori che ci sta a cuore ed è l’unica possibile”. 

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