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Un’economia più sostenibile e a misura d’uomo può essere una risposta vincente alle crisi del nostro tempo? Secondo la tredicesima edizione del Rapporto GreenItaly, realizzato dalla Fondazione Symbola e da Unioncamere, con la collaborazione del Centro Studi Tagliacarne, la riposta è senz’altro positiva.

Oltre ad essere necessarie per affrontare la crisi climatica, green economy e sostenibilità si rivelano infatti determinanti per aumentare la capacità di reagire alle crisi per le imprese e per la società nel suo complesso, stimolano l’innovazione e l’imprenditorialità, rendono più competitive le filiere produttive.

Negli ultimi cinque anni (2017 – 2021) oltre 531 mila aziende hanno deciso di investire in tecnologie e prodotti green, puntando sulla sostenibilità per affrontare il futuro, con un aumento del 51% rispetto al periodo di rilevazione precedente (2014 – 2018). Parallelamente sono cresciuti anche gli investimenti delle imprese nelle aree in ritardo – in particolare al Centro e nel Mezzogiorno – riducendo di fatto anche gli squilibri territoriali.

Rispetto alle altre, le imprese che investono in prodotti e tecnologie verdi sono più dinamiche sui mercati esteri rispetto a quelle che non investono (il 35% delle prime prevede un aumento nelle esportazioni nel 2022 contro un più ridotto 26% di quelle che non hanno investito), percentualmente aumentano di più il fatturato (49% contro 39%) e le assunzioni (23% contro 16%).

Interessanti anche i dati relativi all’occupazione: alla fine dello scorso anno si sono registrati in Italia 3,1 milioni di green jobs, il 13,7% degli occupati totali.

L’Italia è leader nell’economia circolare e ha la più alta percentuale di avvio a riciclo sulla totalità dei rifiuti, urbani e speciali: l’83,4%, 30 punti percentuali in più rispetto alla media europea, con una crescita storica nella capacità di riciclo industriale e nell’ impiego di materia seconda nei settori industriali nel biennio 2020-2021. Un eccellente risultato per la transizione ecologica e lo sviluppo di un’economia sempre più circolare.

In un momento fortemente caratterizzato dall’emergenza energetica, si guarda poi con sempre maggiore interesse alle potenzialità delle rinnovabili. In Italia il 36% dei consumi elettrici è stato soddisfatto da fonti rinnovabili, con una produzione di circa 113,8 twh. Un piccolo passo avanti, sulla strada, purtroppo ancora lunga, verso i target di neutralità climatica previsti per il 2030.

“Esiste già oggi un’Italia che fa l’Italia pronta alla sfida della crisi climatica: nel rapporto GreenItaly 2022 si coglie un’accelerazione verso un’economia più a misura d’uomo che punta sulla sostenibilità, sull’innovazione, sulle comunità e sui territori – ha commentato Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola. – Siamo, ad esempio, una superpotenza europea dell’economia circolare e questo ci rende più competitivi e capaci di futuro. Possiamo dare forza a questa nostra economia e a questa idea di Italia grazie alle scelte coraggiose compiute dall’Unione Europea con il Next Generation UE e al PNRR. Spesso la burocrazia inutile ostacola il cambiamento necessario, ma possiamo farcela se mobilitiamo le migliori energie del Paese senza lasciare indietro nessuno, senza lasciare solo nessuno, come recita il Manifesto di Assisi, promosso dalla Fondazione Symbola e dal Sacro Convento”.

Le storie e i numeri raccolti in GreenItaly raccontano così ancora una volta un sistema che seppur messo a dura prova dalle crisi, riesce a competere puntando su sostenibilità, coesione e bellezza, ma ci dicono anche che “non c’è nulla di sbagliato in Italia che non possa essere corretto con quanto di giusto c’è in Italia”.

La versione completa del Rapporto GreenItaly 2022 è scaricabile sul sito www.symbola.net

 

 

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